Indifferenza

Lunedì, 30 marzo 2020

Cara Stella,

queste ultime settimane per me sono state un vero e proprio incubo. Ho sempre letto nei libri di storia di gravi malattie ed epidemie che in passato hanno “eliminato” milioni di persone. Sono sempre stata curiosa di approfondire l’argomento, non sapendo cosa si provasse a vivere in tali momenti. Ecco, ora lo so.

Oggi in Italia, nella mia città, tutto si è fermato a causa del Coronavirus.

Non vado più a scuola, non vedo più i miei amici, i miei parenti, mi perderò perfino il compleanno della mia migliore amica.

Perché non andare comunque da lei?

Perché tutti dobbiamo rispettare la regola del “distanziamento sociale”, come hanno detto gli epidemiologi.

Io spero che tutto questo finisca al più presto perché non ce la faccio più a rimanere in casa, ma ognuno di noi deve fare la propria parte affinché si possa mettere la parola FINE, perché come ha detto Papa Francesco: “Nessuno si salva da solo”, siamo tutti sulla stessa barca ad affrontare la tempesta.

In una casa ci sono tante cose da fare e, proprio perché sono così tante, non te ne viene in mente neanche una. Mi piacerebbe, invece,

U-SCI-RE  DI  CA-SA,

attraversare la strada e andare

LI-BE-RA-MEN-TE

al supermercato per fare la spesa, ma può essere pericoloso per me e per chi mi sta attorno.

Anche se si dovrebbe stare il più possibile a casa e uscire solo per necessità, se mi affaccio al balcone vedo ancora troppe persone che camminano, corrono, alcune volte perfino si incontrano, per non parlare di quanto accade la notte quando il buio copre la nostra indifferenza. Io ho il sonno molto leggero e sento le auto che, nonostante tutto, sfrecciano beatamente, magari per andare di nascosto nelle loro abitazioni al mare o in campagna.

Molti non vogliono capire che la cosa migliore è rimanere a casa per il bene di tutti.

#iorestoacasa

Chiara F.