Editoriale #1

... eravamo alle prese con gli ultimi dettagli, con gli articoli dei ragazzi già pronti, i loro disegni, le loro creazioni inserite nel menabò quando… Tutto è cambiato ... Ancora ... Di nuovo.

Abbiamo avuto la presunzione di credere che la pandemia potesse essere il peggiore dei mali in grado di colpire e stravolgere il nostro villaggio globale e intanto ne avevamo dimenticato un altro, più devastante e assurdo, anacronistico diremmo: la guerra. Assurdo, sì, perché causa di questa ultima catastrofica novità non è un nemico invisibile, come spesso abbiamo definito il virus letale che da ormai due anni sta sconvolgendo il nostro mondo, bensì l’Uomo.

Sei ancora quello della pietra e della fionda,

uomo del mio tempo

direbbe Salvatore Quasimodo. Ebbene, ahinoi, siamo ancora a questo punto!

Allora quale senso dare al nostro lavoro? Perché pubblicare un giornale scolastico cartaceo quando a invaderci senza tregua sono immagini, video e tutto ciò che viaggia attraverso la rete e che mediante i nostri smartphone entra prepotentemente nelle nostre realtà personali, quotidiane?

Perché l’idea era nata con lo scopo di dare voce ai ragazzi, alle loro emozioni, alle loro visioni del mondo attraverso le parole, i segni grafici, i colori, la musica. Oggi, più di qualche settimana fa, le stesse motivazioni tornano validissime: dare spazio ai nostri alunni e alle nostre alunne, lasciare che si esprimano e ci esprimano tutto quello che noi adulti, per una serie di ragioni che ciascuno può considerare, non abbiamo disponibilità e, duole ammetterlo, umiltà di ascoltare.

Ciò nutre l’idea che questo giornale, quando le circostanze contingenti consentiranno maggiori e più sereni spazi di azione, andrà affidato a loro, ai ragazzi, che sapranno esserne mente e anima.