Festa dei Lavoratori

1 maggio 2021

Nel 1855 in Australia, era stato coniato il motto “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”, uno slogan condiviso dai movimenti dei lavoratori di tutto il mondo che fu la scintilla per le rivendicazioni sindacali e la ricerca di un giorno, il primo maggio, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per affermare i propri diritti.

Care ragazze e cari ragazzi, se la mamma e il papà tornano a casa dopo otto ore di lavoro anziché 12 o 15, o nel fine settimana restano con voi anziché lavorare, è merito degli sforzi e dei sacrifici fatti dalle generazioni di lavoratori precedenti. Lo stesso vale per il vostro diritto all'istruzione perché, fino a non troppi decenni fa, i bambini meno ricchi, invece di studiare, andavano a lavorare appena possibile.

Il primo maggio va commemorato per non dimenticare tutte quelle persone che hanno lottato per ottenere condizioni di lavoro e di vita umane per tutti e per difendere il proprio diritto al lavoro.

Dal 1990 a Roma viene festeggiato con un 'concertone', una maratona musicale con importanti cantanti. Negli ultimi due anni purtroppo questa tradizione è stata interrotta a causa della pandemia.

festa dei lavoratori

Seppur in un periodo particolarmente difficile della Storia, è doveroso ricordare il primo maggio, come il giorno della festa del lavoro.

Una giornata mondiale nata nell’ambito delle lotte operaie che, intorno alla metà dell’800, cominciarono a rivendicare i diritti dei lavoratori, nel contesto di una vita resa particolarmente dura dalla rivoluzione industriale. Si voleva identificare una giornata-simbolo di queste lotte, caratterizzate da manifestazioni e scontri e morti, in diverse parti del Mondo. Tutto ciò non sarebbe potuto passare inosservato o finire nel dimenticatoio, al contrario si è percepita la necessità di riconoscere loro gratitudine.

E’ per questo il primo maggio più che una festa del lavoro appare una festa dei lavoratori, una festa di lotta, divisiva, quasi fosse una rappresentazione di uomini “contro”.

Ed è qui che dobbiamo ricordare la legge n. 300 del 1970, lo “Statuto dei lavoratori”, grazie al quale sono stati sanciti i diritti dei lavoratori, considerati fino a quel momento, strumenti per produrre reddito e ricchezza e non uomini. Finalmente il lavoratore diviene parte fondamentale della crescita sociale, economica e quindi strutturale di ogni paese e non più un mezzo da sfruttare in maniera incondizionata, per raggiungere profitto. Nonostante ciò però si continua a morire di lavoro e per lavoro. Gli ultimi due incidenti letali di Taranto e di Brescia, avvenuti in questi giorni, evidenziano la necessità di ulteriori modifiche alle politiche in essere, attenzionando con maggiore rigore il tema della sicurezza. Molto è stato fatto ma ancora moltissimo si deve fare. (M.M.Scarcia)